venerdì 21 marzo 2008

RITRATTO DI UN CAMPIONE: MISTER SQUARCIALAQUERCIA

Mister Squarcialaquercia è nato in una grotta alla periferia di Sassari una fredda notte d’inverno di circa duemila anni fa. Figlio unigenito di una giovane coppia di sposini poverissimi, nacque privo di ogni genere di conforto, fatta eccezione per un climatizzatore gentilmente offerto dalla Sa.Ma. che, in quanto sponsor ufficiale dell’evento, preventivamente aveva provveduto a far installare nella grotta per alleviare le sofferenze del nuovo arrivato. Dei primi anni di vita di Mister Convincilafoca si sa ben poco non esistendo documenti ufficiali dell’epoca, tuttavia grazie ad una serie di studi e di ricerche compiuti dal Professor Uanlò, docente di storia all’Università della Terza Età di Maccia d’Agliastru, siamo riusciti a ricostruire alcuni momenti chiave dell’infanzia del nostro eroe. Si sa ad esempio che il primo problema che si presentò a mamma Maia e papà Roli (questi i nomi dei suoi genitori) fu quello della scelta del nome da dare al bambinello. Fra i due scoppiò un furibondo litigio durato tre settimane, che passarono lanciandosi contro l’un l’altro con inaudita violenza il neonato Mister Magnalapigna, fino a quando mamma Maia non trovò la soluzione illuminante: “Roli”-disse buttando il bambino per terra- “visto che non si riesce a trovare un accordo, si potrebbero unire i nostri nomi, così nessuno dei due sarebbe scontento”. “Unire i nostri nomi?” –rispose papà Roli- “vuoi dire che vorresti chiamarlo RoliMaia? Ma sei matta? Con un nome così lo prenderebbero in giro per l’eternità!”. “No” – ribattè mamma Maia – “lo potremmo chiamare MaiaRoli. Mi sembra più carino e originale, e poi vedrai, con un nome così nessuno lo prenderà in giro, anzi molti saranno addirittura invidiosi!”. “L’idea non sembra malvagia” – acconsentì papà Roli – “forse è proprio il nome giusto per un bimbo così bello. M A I A R O L I. Si, è davvero un gran bel nome: facile da ricordare, impossibile da confondere, faremo crepare d’invidia tutti i nostri amici che, privi di fantasia, hanno chiamato i loro figli Antonio, Giuseppe o Francesco.” Dopo una settimana, gli stessi genitori del povero MaiaRoli scordarono il nome del loro bambino. Dell’età adolescenziale si hanno ugualmente poche informazioni, ma si sa per certo che era solito recarsi in una famosa piazza di Sassari, Piazza Pescheria, dove quotidianamente si teneva un mercatino. Lì, in compagnia di un suo amico fraterno, tale Padre Ruzzu da Li Punti, dopo essersi issati in piedi entrambi sopra le bancarelle dei venditori ambulanti, erano soliti arringare la folla di curiosi che si formava davanti a loro con argomentazioni farneticanti su fuorigioco, diagonali, marcature a zona e pressing, tutti termini all’epoca sconosciuti. I comizi di Mister Annegazarretti e Padre Ruzzu, col passare dei giorni, delle settimane e dei mesi, raccolsero sempre maggiori consensi e sempre più numerose le folle si accalcarono nell’angusta piazzetta del centro storico di Sassari, per ascoltare La Parola di quei due giovani rivoluzionari così pieni di fascino e di mistero.Fino a suscitare l’invidia delle autorità cittadine che, con l’improbabile accusa di spaccio di figurine Panini false, misero sotto processo i due mancati profeti. Benché difesi da una triade composta da Curre Curre, Luna T9 e SS597, noti come i più grandi avvocati del tempo, Mister Miradodirado e Padre Ruzzu vennero condannati ad una singolare punizione: dovettero portare sulle spalle una porta di calcio partendo da Porta Sant’Antonio lungo tutto il Corso Vittorio Emanuele fino a Piazza d’Italia, dove furono legati alle porte stesse e presi a pallonate con delle rudimentali palle fatte di stracci inzuppati nell’olio bollente da una sorta di plotone di esecuzione formato da un esercito di soldati in pantaloncini corti e scarpette con i tacchetti di ferro. Quando l’indomani i fedeli si recarono nella piazza per liberare i due poveretti, trovarono Padre Ruzzu ancora al suo posto, ma la porta di Mister Capellidasfalto misteriosamente vuota: si disse allora che un suo discepolo, noto come Kunta Kinte, venne a prelevarlo nottetempo a bordo di un Mercedes alato. Da allora non si seppe più nulla di Mister Sgambettascoiattoli, fino ai giorni nostri, in cui lo abbiamo visto apparire e scomparire in ogni angolo della terra, in Colombia nelle vesti dell’emigrato Trombalavecchia che scopre il talento di Nomentana alias Higuita, o sottoforma del Generale dell’Arma Smacchialamacchia che intravede nelle poco raccomandabili gesta di Starscky e Acch quelle virtù calcistiche che nessun altro avrebbe notato, per realizzare il suo progetto universale: la creazione di una squadra di calcio perfetta, armoniosa nell’eseguire gli schemi dettati, concreta nel finalizzare la mole di gioco sviluppato, amorevole nei quotidiani momenti di convivialità dei suoi adepti. Le informazioni che abbiamo raccolto su di Lui si fermano qua, e nient’altro è dato sapere della Sua vita terrena, ma la redazione sportiva della Sama Jchnusa non poteva certo esimersi dal tentare di incontrarLo di persona e sapere dalla Sua viva voce altri particolari di rilevanza storica della Sua esistenza. Così, grazie alla decisiva intercessione di Frà Vissani del Supremo Ordine dei Corpulenti, uno dei Suoi discepoli prediletti, siamo riusciti a fissare con Mister Corricorrendo un appuntamento per un’intervista che, vista l’eccezionalità dell’evento, sarà certamente di rilevanza mondiale. Finalmente, dopo un’ora di estenuante attesa, un raggio di sole accecante si fa largo tra le nuvole cupe di questo inverno che stancamente volge al termine, e uno stormo di cornacchie gracchianti annuncia l’arrivo, scortando il Suo Mercedes alato, del Padre del Calcio, Mister Stanafarfalle. Lo guardo dirigersi verso di me e, tremante per l’emozione, mi prostro dinanzi ai suoi piedi. “B-b-buonasera, Santità”- sono le uniche parole che riesco a dire – e Lui, da quel grand’uomo che è, imponendomi le mani sul capo mi tranquillizza dicendomi: “Stai pure comodo ragazzo, oggi sono qua per te, per rispondere alle tue domande, perciò smetti di tremare e procedi pure con l’intervista”. Ancora visibilmente emozionato, trovo la forza di partire con la prima domanda: “Mister, come mai ha scelto proprio la SAMA JCHNUSA per il Suo ritorno sulla terra da allenatore?” M: “Vedi caro Inviato, quando creai il calcio, tanti anni fa, pensai a qualcosa di perfetto, di inimitabile, ma nonostante siano state fondate squadre come il Milan, la Juventus o il Real Madrid, nessuna di queste compagini è mai riuscita ad avvicinarsi alla mia idea di perfezione. Perciò, stanco di rimanere deluso da queste squadre o dai vari Pelè, Maradona o Zola, ho deciso di fare da me e di scendere in campo in prima persona per insegnare ciò che IO stesso ho creato. Ho quindi raccattato in giro per il mondo tutta una serie di disperati che mai nessun altro avrebbe avuto il coraggio di far entrare in un campo di calcio per dimostrare che non sono i giocatori a fare una squadra, ma il suo allenatore.” I: “Sappiamo che Lei ha persino creato personalmente alcuni giocatori della SAMA JCHNUSA”. M: “Si, è vero. Ad esempio, quando dal fango diedi vita al calcio, mi accorsi che era avanzato ancora un poco di quella poltiglia maleodorante. Stavo per buttarla via quando, sfidando me stesso, ci sputai sopra e mi dissi: “vediamo cosa può venir fuori da questo miscuglio”. Rimasi fortemente stupito nel vedere materializzarsi la figura di Uanlò, e subito capii di aver fatto nascere dal nulla un grande calciatore e un inarrivabile direttore sportivo. Devo proprio ammettere che è stata una delle mie più grandi soddisfazioni.” I: “C’è qualche altra creatura di cui Lei è particolarmente soddisfatto?” M: “Beh, diciamo che ce n’è una di cui sono fiero a metà.” I: “Fiero a metà? Per favore Santità, si spieghi meglio!” M: “Si, perché in realtà si tratta di un qualcosa nato da un mio piccolo errore. Capitò un giorno che durante una partita di campionato, Frà Vissani il Corpulento finì a terra per il solito fantomatico dolore alla caviglia. Visto che nessuno riusciva a farlo rialzare, Io stesso mi allontanai dalla panchina ed entrai personalmente in campo. Giunto vicino a lui, mi chinai, lo guardai intensamente negli occhi per una mezz’oretta e, mentre gli altri intorno a noi continuavano a giocare colpendoci di tanto in tanto con delle dolorose pallonate, imponendogli le mie mani sudate sul capo, non so perché, gli dissi: “VISSANI, ALZATI E CUCINA!!”. Fu così che Frà Vissani il Corpulento smise di essere un giocatore di calcio, ma diventò un eccellente cuoco.” I: “Sappiamo però che i rapporti con i Suoi giocatori non sono sempre idilliaci. Ad esempio sono famosi i Suoi litigi con Uanlò, e addirittura un giorno ha litigato con Maestro, uno che è sempre attento e lucido nei suoi comportamenti.” M: “Il mio rapporto con Uanlò, essendo egli una mia creatura, è lo stesso che può esserci tra padre e figlio. Anzi, diciamo pure che Io e lui siamo Uno e Trino: Padre, Figlio e Spirito Sardo. Per quanto riguarda Maestro, è lucido, dici tu. Ma lucido dove? In cabbu, forse. E’ cabbi-lucidu. AH AH AH AH …..” (Ride sonoramente e di gusto). Nel frattempo, il cielo sopra di noi si apre di nuovo, e un raggio di sole accecante fa da apripista alla scorta di cornacchie gracchianti che accompagnano Mister Codaspettinata nei Suoi spostamenti. In mezzo allo stormo dei fastidiosi volatili vedo avvicinarsi il solito Mercedes alato, guidato da un corvo in alta uniforme, che lentamente discende nel piazzale di Canighello. Capisco che il tempo a nostra disposizione per l’intervista è terminato, il corteo di uccellacci è venuto a prelevare Mister Leccaleciglia. Faccio appena in tempo a formulare l’ultima domanda, prima che voli via: “Mister, per me è stato un grande onore averla incontrata, ma finalmente anche Lei ha potuto parlare di persona con l’Inviato. E’ rimasto sorpreso nell’averne scoperto l’identità?”. M: “Sai ragazzo, non credevo che questa figura esistesse realmente, pensavo fosse solo il frutto della fantasia burlona di quel pazzo di Higuita, e poi in effetti non pensavo che potessi essere tu l’Inviato, ti facevo più stupido. Comunque finora hai reso un buon servizio alla SAMA JCHNUSA, ma ora bada bene a ciò che scrivi su di Me: potresti fare parecchia panchina!! Prendi questo amuleto, ti proteggerà nel tuo cammino quotidiano” – mi dice lanciandomi un pacco di Vigorsol benedette, le stesse che mastica durante le partite di campionato. “Grazie Santità, e sia sempre fatta la Sua volontà” – rispondo genuflettendomi di fronte a Lui che intanto sale sul Mercedes alato e, fatto un cenno al corvo in alta uniforme, parte via sgommando aldilà delle nuvole. Insieme a Lui va via anche il raggio di sole accecante, e rimangono solo quelle scure nubi di fine inverno a farmi un po’ di compagnia, insieme ad una leggera pioggerellina che lentamente inizia a cadere. Rimango lì a bagnarmi ancora un po’, guardando fisso quella porzione di cielo che ha appena inghiottito Mister Sparecchialorecchio con la Sua immancabile scorta di cornacchie; poi, soddisfatto, lentamente mi incammino lungo il viale alberato che conduce all’esterno della struttura sportiva di Canighello. Vado a consegnare al mio direttore quello che di sicuro sarà lo scoop del secolo.
E anche questa è fatta!!!

14 commenti:

  1. Oh Inviato Speciale....ma ti vedano....!! Ci ho messo un'ora a comprimere questo articolo, meglio di così non riesco a fare (fra l'altro ogni tanto cambia il tipo di carattere). La prossima volta, dai meno spazio ai tuoi intervistati, anche se dovessero chiamarsi Marzil.. Matraccan... Mermill... ... BASTAAAAAA
    Ma un allenatore che sia chiami semplicemente MARIO ROSSI non lo troviamo???????

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  2. Ma io cosa ci posso fare se questo ha una vita così interessante? Devo raccontare ciò che è e ciò che ha fatto. Se poi ogni due minuti cambia nome che colpa ne ho??

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  3. Grazie Mister Cabisthuria,sei stato,sei e sarai sempre Unico ed Onnipotente...!!Però come devo chiamarti?? RoliMaia è il più bello!

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  4. Oh inviato,per il Mister Scendiletto hai fatto un racconto a mo di lenzuolo....lecchino..!!!

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  5. piuttosto....io non ho ancora capito chi sia il mister....

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  6. Ora che il Mister ha incontrato l'Inviato potrà finalmente svelarci il nome!!!

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  7. il mister è fantastico siete proprio fortunati ragazzi della sama .....e poi è troppo intelligente ha capito chi è l'inviato......non è solo intelligente ma anche bello, generoso......

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  8. Mah Boh.Io sentoaria di Trombalavecchia e voi?

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  9. caro inviato speciale scrivendo
    trombalavecchia mi hai offeso...so che volevi colpire il mister ma non e' stato cosi',
    ti ricordo che non sono vecchia anzi .......

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  10. Io credo che l'etimologia del nome "Trombalavecchia" sia da ricercare fra i molteplici giocatori gestiti dal mister Gigantopitechi, fra i quali appunto il Lavecchia dai torresini trascorsi. Si narra, difatti, che il mister Ulanbatòr, dopo un paio di allenamenti in prova dell'atleta sopraccitato, abbia espresso il chiaro desiderio di far a meno delle sue prestazioni sportive.
    Da qui il suddetto nome "TrombaLavecchia".
    Altri riferimenti risultano impossibili, anche perchè, trattandosi di entità, il mister Chiavistello non può avere rapporti promiscui con gli esseri umani.

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  11. Mister Tonsillegiganti,facci sognare sulla vita terrena....

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  12. Mister Sbranapolpette portaci i tuoi santini,sicuramente ci aiuterà sia sul campo che nella vita quotidiana.

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  13. Desidero chiarire che nel nome Trombalavecchia non c'è alcun riferimento alla consorte del Mister. Si tratta solo di un nomignolo che mi sembrava simpatico ma che evidentemente si è rivelato poco felice. Chiedo pertanto scusa se qualcuno si è sentito offeso, avremo poi modo di chiarire personalmente l'equivoco, visto che a breve svelerò la mia identità. Intanto vi annuncio l'arrivo imminente di un nuovo Supereroe.

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  14. Mister Masticacingomma,porta le vigorsol stasera..!!

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