mercoledì 4 febbraio 2009

1° Giornata Ritorno: Risultati

Risultati:
Ale Castiglia P.Torres - FC San Giovanni 5-2
Atletico Sennori - CK Bar Sassari 1-3
Frassati Ozieri - Caracas Cafè Sassari 2-1
Planet Soccer SS - Edicola S.Maria SS 1-1
SAMA A.C. SS - Deportivo Turritano sosp.
Selecao P.Torres - Amici Codrongianos 4-1
Riposa: Amatori Nettuno Alghero

Classifica:
  1. Edicola Santa Maria SS 32
  2. Deportivo Turritano 30
  3. Ale Castiglia P. Torres 29
  4. SAMA A.C. Sassari 24
  5. CK Bar Sassari 23
  6. Planet Soccer Sassari 20
  7. Selecao Porto Torres 19
  8. Amatori Nettuno 17
  9. Atletico Sennori 14
  10. Frassati Ozieri 8
  11. FC San Giovanni 7
  12. Amici Codrongianos 6
  13. Caracas Cafè Sassari 6

Prossimo Turno (07/02/2009)
2° Giornata Ritorno
  • Ale Castiglia P.Torres - Planet Soccer SS (3-1)
  • Amatori Nettuno - Frassati Ozieri (0-1)
  • Amici Codrongianos - SAMA A.C. SS (0-1) (Codrongianos, h 15.30)
  • CK Bar Sassari - Deportivo Turritano (2-2)
  • Edicola Santa Maria SS - Selecao P.Torres (4-2)
  • FC San Giovanni - Atletico Sennori (0-2)
  • Riposa: Caracas Cafè Sassari

lunedì 2 febbraio 2009

I MISTERI DI CAMPANEDDA

Quando un sabato così te lo sogni una vita intera per evitare di inventarti cretinate il lunedì. Tutto iniziava i giorni precedenti al big match della 1° giornata di ritorno, quel SAMA - Deportivo che da anni è diventata una partita di cartello dell'Uisp, soprattutto per via dei buonissimi rapporti fra le due squadre, continuamente rinsaldati nei dopo partita "sfascia famiglia". Il campo di Caniga non era disponibile per via della concomitanza delle gare giovanili della San Domenico padrona di casa, per cui diventava difficoltosa la ricerca spasmodica di un campo di calcio libero; a questo si univa il mistero su come organizzare il rinfresco dopo gara, data la sicura lontananza dall'eremo casalingo. Il tam tam di telefonate era frenetico, ore ed ore trascorse a rintracciare numeri di telefono di proprietari di campi per sentirsi via via negare la disponibilità o attendere vane risposte. Poi, all'improvviso e con immutato mistero, un noto cassiere nonchè abile cuoco della compagine rossoblù, riesce a trovare la disponibilità dell'angusto rettangolo di gioco di Campanedda, ridente frazione della Nurra, famosa per le sue duemila aziende agrituristiche. Ma anche qui, spuntano strani risvolti e difficili compromessi: il campo sarebbe privo di caldaie per cui niente acqua calda, si dovrebbe autotracciare il campo, mancherebbero bandierine del calcio d'angolo, pali, traverse e reti delle porte e bisognerebbe ordinare un carico di sabbia supplementare in quanto il maltempo dei giorni scorsi ha fatto affiorare sul terreno scogli come la spiaggia delle Bombarde. Ma per il calcio, questo e altro. Per cui, il campo era "rinsabbiato" facendo diversi viaggi da Platamona (mica da Balai, altrimenti avremmo favorito gli avversari), le linee venivano tracciate grazie ad un carico speciale di Uniposca neri prelevato dal negozio di un noto attaccante rossoblù febbricitante, per i pali si utilizzavano "mascelle" da cantiere e per traverse due spaghi colorati di rosso per distinguersi dal celeste del cielo. Le reti non costituivano un problema data la consocenza di amici che "pèscani un bè" e, come bandierine, data la minuscola dimensione di fazzoletti di carta Kleenex, si decideva all'ultimo istante di sostituirle con le mutande all'ultimo grido di Chinaglia, di imponente misura e dagli sgargianti colori. Gli avversari apprezzavano l'impegno e l'arbitro dava inizio alla contesa. Ma da subito, ci si accorgeva che le cose non sarebbero andate per il verso giusto. La sabbia di Platamona si rivelava inadatta a supportare un big match calcistico e questo alimentava nervosismo fra le fila rossoblù. Indiziato Stielike, che rispondeva a tono "Caz, la prossima voltha andeddi voi anda e torra a lu mari, a vidì si n'acciappeddhi di chissa bona. Pa chi eddi li piazzi andà a lu lazzaretto, o a porthu ferro, o sinnò a la costa smeralda, li signori! Eh, ma sia la primma e l'ultima voltha!" La partita assumeva sempre più i contorni di una lotta nel fango: i più alti erano favoriti nei movimenti come i fenicotteri negli stagni, mentre i nani assomigliavano a degli ippopotami dentro pozzangheroni. In una di queste situazioni si ritrovava il povero Pizzaballa che, durante un tiro in porta dalla distanza, cercava di elevarsi restando tuttavia impantanato nel fango non riuscendo a deviare la sfera oltre la traversa ma toccandola quel tanto da farla impattare sul legno per poi, ribattuta in campo, trovare la testa dell'avanti biancorosso libero di far goal con un doppio carpiato. Questa era la sintesi del primo tempo. Negli spogliatoi il caos: dalle lamentele per la mancanza d'informazione (molti non avevano il costume da bagno) alla gelosia per l'organizzazione di alcuni (il lettino di Pizzaballa era preso di mira dal geloso DeLaPeña, munito di solo telo mare), si decideva di rientrare in campo e tentare di costruire un gran castello di sabbia per far si che gli avversari non potessero più varcare il centrocampo. E così era: la SAMA, grazie all'abile movimento di persone del mestiere come Prohaska e lo stesso DeLaPeña riusciva ad arginare bene i tentativi di tuffo degli avversari ed appropriarsi della metà spiaggia avversaria, con Chinaglia capace di farsela sotto nel momento di fare un gavettone da solo davanti al portiere avversario, ignaro sotto l'ombrellone. Fino a quando, in un'incursione avversaria dall'angolo dello scoglio, il neo entrato Bettarini, colto da improvvisa bonarietà, indicava all'avversario come fosse ricoperto di sabbia all'altezza del petto. Ma lo scaltro avversario, pensando ad un tranello, ignorava l'avvertimento e, nel proseguo dell'azione, Bettarini insisteva andando a "spolverare" con le mani il petto dell'ignaro avversario che, fraintendendo il gesto, chiamava i rinforzi, nascosti ingegnosamente fino a quel momento come gli Achei nel cavallo di Troia. Mai ricordare a dei giovani in mutande quanto sia bella la lotta nel fango: fra avvinghiamenti, risate e lanci di merda, anche l'arbitro, riposto il fischietto, si buttava a capofitto nella mischia, fra urla e schiamazzi. E non solo: anche dalla tribuna arrivavano tanti in pompa magna; ma, proprio sul più bello, lo stesso arbitro spariva. Ma quando? Ma dove? Ma perchè? Ma che caz? Tutti, con apprensione, si davano da fare per ricercare colui che fino a quel momento era stato un valido compagno di giochi, ipotizzando furbeschi mascheramenti o tragici sprofondamenti, per ritrovarlo mezzora dopo rinchiuso negli spogliatoi e senza alcuna intenzione di uscire. Visto il perdurarsi della situazione, le squadre decidevano di andare a ripulirsi da cotanta lordura: ma qui iniziava un'altro caso: l'acqua era completamente fredda. E fra le proteste di tutti, l'indiziato Stielike ribatteva:"Cazz, e primma no andà bè la sabbia, e dabboi no vi piazzi l'ischogliu, abà l'eba no è caldha: ma mai visthu l'aveddi un mari cummenti lu pisciu?". Solo dopo la partenza di gran parte delle compagini e del cronista, il mistero era svelato: l'arbitro, nella foga dell'esecuzione di un triplo mortale con doppio avvitamento all'indietro, si procurava un fastidio alla coscia che gli impediva un spinta adeguata; tale problema era tenuto celato nel segreto dello spogliatoio nel tentativo di riprendersi e poter proseguire la festa ma, dopo vari tentativi, era costretto ad alzare bandiera bianca e chiedere aiuto ai responsabili delle squadre presenti. Con la risoluzione del mistero e con il divertimento fangoso interrotto, la SAMA ed il Deportivo non rinunciavano tuttavia al loro leggendario terzo tempo, accogliendo con allegria lo stesso arbitro e brindando con gioia a tripudio a quel nuovo appuntamento che si rinnoverà il 25 febbraio nel recupero di questa giornata iniziata nel mistero e conclusa nella birra.
Un emozionante contrasto a centrocampo