martedì 29 aprile 2008

RITRATTO DI UN CAMPIONE: VISSANI

Vissani è nato nel Giudicato di Torres intorno al mille D.M. (Dopo Mister). Figlio ultimogenito di un’attempata coppia di sposini originari del Giudicato di Calari, venne battezzato col nome di Efisio in onore delle origini di papà e mamma che, per motivi di lavoro, emigrarono dal sud al nord dell’isola.
Persona dall’aspetto angelico e rassicurante, Efisio fin da ragazzo si distinse per la sua devozione al Mister Orzocco Torchitorio, suo amico fraterno, del quale ancora oggi, a distanza di un millennio, contribuisce a diffondere il Verbo calcistico, essendo una delle colonne difensive della SAMA ARCHIFIN COSMOS.
Il giovane Efisio Vissani, terminati gli studi in seminario, fondò insieme al suo fidato collega Frà Compà il Supremo Ordine dei Corpulenti, una organizzazione paraecclesiastica che aveva lo scopo di predicare in tutto il mondo l’amore, la fratellanza, il gioco del calcio e soprattutto la buona cucina. Fondato l’Ordine, Vissani prese l’abitudine di recarsi ogni domenica mattina sulle sponde del rio Gabaru, nelle cui acque limacciose settimanalmente era solito battezzare i suoi seguaci che numerosi accorrevano per ascoltare la sua parola e per gustare le fantasiose pietanze che egli amorevolmente preparava. Quando, ormai pienamente convinto dell’infinita bontà di quel giovane, anche Mister Snobbalagobba si decise a farsi battezzare con una secchiata d’acqua putrida, Vissani prese il nome definitivo di Padre Efisio Vissani il Battista del Supremo Ordine dei Corpulenti. Dopo alcuni anni, però, fu costretto ad abbandonare la carriera ecclesiastica per dedicarsi a questioni politiche. Capitò infatti che si innamorò di una giovane pulzella di origini bolognesi, tale Adelasia l’Emiliana giudicessa del Regno di (Porto) Torres, sorella del temutissimo Pier Silvio L’Ifidiadu, con la quale convolò a nozze e si trovò perciò a dover amministrare, con sua moglie, l’intero Giudicato. Terminata in Sardegna l’era dei Giudicati, a Vissani non rimase che coltivare la sua antica passione: la buona cucina. Famosi in tutto il mondo sono oggi i suoi piatti come la pasta al burro rigorosamente scotta, il tonno in scatola, i Quattro Salti in Padella Agus o i dolci con i quali è veramente un maestro: le frittelle non lievitate e il tiramisù fara-fara.
Quando si parla di Vissani, però, non bisogna dimenticare l’altra sua grande passione: il calcio. Egli è ancora, infatti, alla veneranda età di mille e passa anni, un apprezzatissimo (soprattutto dagli avversari) difensore e milita, come già detto in precedenza, nella SAMA ARCHIFIN COSMOS guidata dal suo amico fraterno Mister Tumbarella.
Non potevamo perciò esimerci, vista la militanza nel glorioso club rossoblu, dal programmare con un lui un incontro per una breve intervista e conoscere meglio uno degli uomini chiave degli schemi di Mister Testammaccata.
L’appuntamento viene fissato non come al solito al centro sportivo di Canighello, ma direttamente nella sede di Maccia d’Agliastru, dove il buon Vissani è naturalmente impegnato a svolgere il suo quotidiano allenamento ai fornelli. Mi reco quindi in sede e, arrivato a destinazione, trovo la porta aperta ed entro senza bussare. Vissani è già lì che, di spalle rispetto a me, armeggia davanti alla cucina tutto sudato, con un grembiule da massaia legato ai fianchi e un telo buttato sulla spalla sinistra, come nelle migliori tradizioni della cucina sassarese. Mi avvicino a lui e rimango sorpreso quando, senza neanche girarsi, quasi con noncuranza mi saluta:”Ebbè Masì!”
“Ciao Vissà” - rispondo - “ma come fai a sapere che sono io? Tu aspettavi l’Inviato per l’intervista, non me!”
V: “E acchì no lu soggu chi sei tu l’Inviadu? A cà ti credi di piglià pà lu culu? Eu soggu sempri tuttu, già lu sai. T’aggiu visthu candu hai intervistadu a Uanlò, a Starscky e Acch, a chiddu guasthu di Margagliotti……..”
I: “Ah, bene, quindi sapevi già tutto! Ma perché scusa Margagliotti l’hai chiamato ‘guasthu’?”
V: “E acchì, no è guasthu? Sabadu m’ha posthu in panchina, dizi chi soggu infortunadu. Ma cosa infortunadu, eu non v’aggiu nudda, e già si vedi. Solu pa cosa soggu un pogareddu zoppu, subidu eddu non m’ha fattu giugà. E ma si li pongu manu……!”
I: “Va bè, adesso non ci pensare. Sono venuto da te per altro: sai bene che con le mie interviste cerco di far conoscere meglio ai tifosi i nostri grandi campioni. Visto però che tu sai già tutto, cosa facciamo? Ti fai da solo le domande e dai le risposte o vuoi che sia io a fartele?”
V: ”No, fammìri tu li dumandi, abà soggu cuzinendi. Non possu pinsà a tuttu eu.”
I: “Allora partiamo dall’inizio, le tue origini. Abbiamo scoperto che sei cagliaritano!”
V: “E no, eu soggu sassaresu e bastha, soggu nadu ni lu Regno di Torres e soggu isthaddu puru amministhradori candu mè muglieri era Giudicessa. Non vogliu più intindì chistha isthoria chi soggu cagliaritano. Bastha, sinnò t’aunzu a mè cugnadu Pier Silvio l’Ifidiadu.”
I: “Ok, come non detto. Senti ma è vero che battezzavi i tuoi fedeli sulle rive del rio Gabaru?”
V: “Si, è veru, n’aggiu battizzadu umbè. PierGiuseppe, PierSilvio, PierUanlò, PierCompà, PierMister…… caz, puru battizzadu l’aggiu a chiddu cazzu di Mister…. ed eddu mi zi poni in panchina…… caz! Ma si lu pigliu…..”
I: “Ma dai, smetti di pensare a quell’episodio della panchina. Non te la sarai presa per così poco?”
V: “E ga, eu?? A pigliammira pa cosa m’ha posthu in panchina? Oh, sai cantu m’innaffutti…….”
I: “Tu sei il cuoco ufficiale della squadra. Cosa prepari di solito per i tuoi amici campioni?”
V: “Mah, lu menù è sempri lu solito: pastha a li rizzi senza rizzi, linguine all’astice senza astice, carri di cabaddu tostha che taula, panzetta e capocollo brusgiaddi che cosa mara. Insomma tutti chissi alimenti chi fazzini bè ad un atleta cumenti si tocca.”
I: “E sei anche l’amministratore delegato della squadra….”
V: “Non soggu cosa vò dì ‘amministhradori delegato’. Eu soggu chissu chi ritira li dinà. Quindi ammentadi prima d’andatinni chi devi mugnì.”
I: “Come scusa, non ho capito….”
V: “Non hai cumpresu? Tandu ti lu digu in italiano: prima di iscì da inogghi, ammentadi chi devi lassà zincu euro. Abà cumpresu hai?”
I: “Si, si, ora ho capito. Senti, un ultima domanda poi vado via, prima che quest’intervista cominci a costarmi un po’ troppo. Tu sei un uomo molto generoso, e questo lo riconoscono anche i nostri avversari. Ma è proprio necessario regalargli ogni sabato un rigore?”
V: “Eu soggu un ommu di bon cori, e non mi piazi vidè l’avversari chi perdhini dui o tre a zero. Mi piazi agiudà la jenti cumenti possu, …. ma daboi cand’è chi aggiu mai fattu un rigori? Ma sei siguru? Non sarai divintendi maccu cumenti chissu cazzu di Mister Sbombaracci?”
I: “Ho capito, lasciamo perdere l’argomento. Ti lascio al tuo lavoro, chissà che cose buone starai preparando per i campioni della SAMA. Ciao Vissà, ci vediamo presto.” V: “Ciao cià….Ebbè, ma non ti sei dimentichendi nudda?”
I: “Come, cosa mi starei dimenticando?”
V: “Ajò, zescha di mandà li pizzinni a ischora: MUGNI!!! …Poni zincu euro…..!”
In effetti credevo di averla fatta franca, ma al buon Vissani non la si fa! Mio malgrado lascio cinque euro sul tavolo, saluto nuovamente e in fretta vado via, non si sa mai che nel frattempo la tariffa aumenti. Questo lavoro di Inviato sta iniziando a costarmi un po’ troppo: l’altra volta Starscky & Acch mi hanno rubato la macchina, ora Vissani mi ha fregato cinque euro. Forse è il caso che presenti ad Higuita, il mio direttore, le dimissioni: ormai in troppi mi stanno prendendo per il culo………

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