Secondo episodio della riuscitissima rubrica dedicata ai componenti della rosa rossoblù. Il nostro anonimo Inviato Speciale è riuscito in uno scoop senza precedenti, intervistando uno dei cardini della SAMA JCHNUSA: il fondatore nonchè attuale d.s. Uanlò.
Uanlò è nato al Monte, in provincia di Sassari, nell’Ottobre di quarant’anni fa. Ha una sorella gemella di venticinque anni (non è lei più giovane, è lui che sembra molto più vecchio), sposata con un altro grande campione della SAMA JCHNUSA, il mitico Branizi.
Uanlò è un centrocampista centrale dai piedi vellutati, dotato di un non comune senso della posizione e dalla inarrivabile intelligenza calcistica: capisce sempre quando è il momento di simulare un infortunio e chiedere il cambio per non arrecare ulteriori danni alla sua squadra.
La sua vera passione però non è il calcio ma la danza, alla quale venne strappato in tenera età dai suoi genitori che si vergognavano di quel bambino che girava per casa in tutù e giocava con le bambole di sua sorella.
Lui però, novello Billy Elliott, coltivava imperterrito la sua passione snobbando gli altri ragazzi che per strada prendevano a calci un pallone e, piroettando, pensava: “quegli zoticoni non saranno mai leggiadri e soavi come me!“
Risolti gli enigmi infantili, Uanlò trascorse un’adolescenza serena come si confà a chi, come lui, proviene da un quartiere popolare: scippando vecchiette, rubando l’elemosina nelle chiese, spaccando i finestrini delle auto in sosta per portarne via l’autoradio.
Uanlò oggi non è solo un giocatore della SAMA JCHNUSA, mero esecutore degli schemi del Mister Azzoppadelfini, ma riveste anche il ruolo di Direttore Sportivo e soprattutto è, insieme al succitato Mister Lavalacqua , fondatore della squadra rossoblu.
Proprio della fondazione della Sama ho voluto parlare con lui nell’intervista che gentilmente mi ha concesso ritagliando uno spazio fra i suoi molteplici impegni.
Uanlò è un centrocampista centrale dai piedi vellutati, dotato di un non comune senso della posizione e dalla inarrivabile intelligenza calcistica: capisce sempre quando è il momento di simulare un infortunio e chiedere il cambio per non arrecare ulteriori danni alla sua squadra.
La sua vera passione però non è il calcio ma la danza, alla quale venne strappato in tenera età dai suoi genitori che si vergognavano di quel bambino che girava per casa in tutù e giocava con le bambole di sua sorella.
Lui però, novello Billy Elliott, coltivava imperterrito la sua passione snobbando gli altri ragazzi che per strada prendevano a calci un pallone e, piroettando, pensava: “quegli zoticoni non saranno mai leggiadri e soavi come me!“
Risolti gli enigmi infantili, Uanlò trascorse un’adolescenza serena come si confà a chi, come lui, proviene da un quartiere popolare: scippando vecchiette, rubando l’elemosina nelle chiese, spaccando i finestrini delle auto in sosta per portarne via l’autoradio.
Uanlò oggi non è solo un giocatore della SAMA JCHNUSA, mero esecutore degli schemi del Mister Azzoppadelfini, ma riveste anche il ruolo di Direttore Sportivo e soprattutto è, insieme al succitato Mister Lavalacqua , fondatore della squadra rossoblu.
Proprio della fondazione della Sama ho voluto parlare con lui nell’intervista che gentilmente mi ha concesso ritagliando uno spazio fra i suoi molteplici impegni.
Inviato: “Allora Uanlò, può raccontarci in esclusiva mondiale come è nata la SAMA JCHNUSA?”
Uanlò: “L’idea fu del mio amico fraterno, colui che sarebbe poi diventato Mister Staccalaspina. Una mattina d’estate mi invitò a prendere un caffè e disse che voleva parlarmi. Entrammo al bar e mi chiese se fossi disposto a donare una costola per far nascere una squadra di calcio.”
I: “Lei come reagì?”
U: “Lo guardai fisso negli occhi per una quarantina di minuti. Le mie pupille dentro le sue pupille, la mia anima dentro la sua anima. In quel momento il tempo sembrò fermarsi, le voci intorno a noi si trasformarono in musica, restai colpito dalla lucentezza dei suoi occhi: mi sembrava di vedere i fari della mia Mazda 3 in una notte d’inverno senza luna. Il suo profumo mi ricordava il primo Arbre Magique che, appena ventenne, regalai alla mia prima macchina, una Fiat 127. Mentre, ammaliato dal suo sguardo, stavo per dirgli: -cosa cazzu sei abbaiddendi?-, una voce intervenne a rompere il silenzio: - scusate, potreste gentilmente bere questo caffè e levarvi dalle BALLE ?? Devo servire altri clienti! ….Ma guarda un pò ‘stì frosci!- Era il barista che cortesemente ci invitava ad uscire.”
I: “E poi come andò a finire?”
U: “Uscimmo dal bar mano nella mano, senza mai separare i nostri sguardi. Giunti fuori, lo colpii con una fragorosa testata in piena fronte, gli diedi un morso sulla guancia, infine accettai l’espianto della costola. In fin dei conti la proposta mi sembrava interessante.”
I: “ Oltre a voi qualcun altro partecipò alla fondazione della squadra ?”
U: “Si, naturalmente partecipò anche Kunta Kinte, socio in affari di Mister Mordilapanca, e donò una costola anche l’Architetto, un losco individuo di mezza età frequentatore di gente di malaffare che si guadagnava da vivere spacciando appartamenti.”
I: “Chi fu il primo Mister?”
U: “Avevamo un vecchio amico frate, tale Padre Ruzzu da Li Punti, che si dilettava a far l’allenatore e nel tempo libero tagliava formaggio; era considerato una specie di santone, si diceva che fosse dotato di poteri soprannaturali: era ciò di cui avevamo bisogno”
I: “Compì qualche miracolo?”
U: “ Miracoli veri e propri direi di no, però di sicuro era un mago: riusciva a far sparire una cassa di birra in un quarto d’ora”
I: “Il problema dell’allenatore fu così risolto. E per i giocatori?”
U: “Padre Ruzzu portò alcuni suoi adepti. Erano tre orfanelli che anni prima, ancora in fasce, qualcuno aveva deposto davanti alla sua bancarella in Piazza Pescheria: NonnuELogu, Maestro e Frisciò. Poi trovammo una serie di disadattati in giro per il mondo: Starsky e Acch, due contrabbandieri di albanesi poi convertitisi; Curre Curre e LunaT9, due profughi in fuga dai loro paesi nei quali imperversavano sanguinose guerre civili; Funtanaliras, un giovane alcolizzato in cerca di una comunità di recupero; il Geometra, un trafficante di case in esilio che era solito concludere affari con un fruttivendolo; poi via via tutti gli altri.
I: “Tutti gli altri naturalmente arrivarono grazie alle sue operazioni di mercato.”
U: “Certo, devo riconoscere che come direttore sportivo sono davvero bravo. Non a caso i tifosi mi hanno affibbiato il nomignolo di Uanmoggi.”
I: “Un’ultima domanda, le sue passioni. Come trascorre il tempo libero?”
U: “Non posso certo dimenticare il mio primo amore, la danza. Per favore non scriva ciò che sto per raccontarle, è una cosa intima che non tutti riuscirebbero a capire. Ogni sabato mattina, all’alba, mi alzo, indosso la mia vecchia calzamaglia nera, calzo gli scarpini con le punte in gesso, vado in garage, metto su un po’ di musica e mi metto a lavare la macchina, volteggiando e cantando come solo io so fare.”
I: “Tranquillo, non lo saprà nessuno….”
L’intervista termina qua. Uanlò mi saluta cordialmente, e con passo spedito si incammina lungo il viale alberato che conduce all’esterno della struttura sportiva di Canighello. Ripongo la penna e il taccuino nella borsa, sollevo lo sguardo e rimango a fissare quella figura che si allontana. Stupito, mi accorgo di provare le stesse sensazioni di quando, da bambino, restavo incantato a guardare le navi dirigersi verso l’orizzonte: pareva che andassero verso l’infinito.
Allo stesso modo ora guardo quell’ometto buffo che cammina con i piedi alle dieci e dieci dentro un paio di scarpe di legno, ma non è una nave. E’ Uanlò, colui che ha fondato la SAMA JCHNUSA, un monumento vivente del calcio mondiale. Ed io lo ho appena intervistato. Questa si che è una storia da raccontare ai nipotini.
Corro in redazione a scrivere l’articolo, non voglio scordare niente di questa fantastica esperienza.
Grazie Uanlò!
I: “Lei come reagì?”
U: “Lo guardai fisso negli occhi per una quarantina di minuti. Le mie pupille dentro le sue pupille, la mia anima dentro la sua anima. In quel momento il tempo sembrò fermarsi, le voci intorno a noi si trasformarono in musica, restai colpito dalla lucentezza dei suoi occhi: mi sembrava di vedere i fari della mia Mazda 3 in una notte d’inverno senza luna. Il suo profumo mi ricordava il primo Arbre Magique che, appena ventenne, regalai alla mia prima macchina, una Fiat 127. Mentre, ammaliato dal suo sguardo, stavo per dirgli: -cosa cazzu sei abbaiddendi?-, una voce intervenne a rompere il silenzio: - scusate, potreste gentilmente bere questo caffè e levarvi dalle BALLE ?? Devo servire altri clienti! ….Ma guarda un pò ‘stì frosci!- Era il barista che cortesemente ci invitava ad uscire.”
I: “E poi come andò a finire?”
U: “Uscimmo dal bar mano nella mano, senza mai separare i nostri sguardi. Giunti fuori, lo colpii con una fragorosa testata in piena fronte, gli diedi un morso sulla guancia, infine accettai l’espianto della costola. In fin dei conti la proposta mi sembrava interessante.”
I: “ Oltre a voi qualcun altro partecipò alla fondazione della squadra ?”
U: “Si, naturalmente partecipò anche Kunta Kinte, socio in affari di Mister Mordilapanca, e donò una costola anche l’Architetto, un losco individuo di mezza età frequentatore di gente di malaffare che si guadagnava da vivere spacciando appartamenti.”
I: “Chi fu il primo Mister?”
U: “Avevamo un vecchio amico frate, tale Padre Ruzzu da Li Punti, che si dilettava a far l’allenatore e nel tempo libero tagliava formaggio; era considerato una specie di santone, si diceva che fosse dotato di poteri soprannaturali: era ciò di cui avevamo bisogno”
I: “Compì qualche miracolo?”
U: “ Miracoli veri e propri direi di no, però di sicuro era un mago: riusciva a far sparire una cassa di birra in un quarto d’ora”
I: “Il problema dell’allenatore fu così risolto. E per i giocatori?”
U: “Padre Ruzzu portò alcuni suoi adepti. Erano tre orfanelli che anni prima, ancora in fasce, qualcuno aveva deposto davanti alla sua bancarella in Piazza Pescheria: NonnuELogu, Maestro e Frisciò. Poi trovammo una serie di disadattati in giro per il mondo: Starsky e Acch, due contrabbandieri di albanesi poi convertitisi; Curre Curre e LunaT9, due profughi in fuga dai loro paesi nei quali imperversavano sanguinose guerre civili; Funtanaliras, un giovane alcolizzato in cerca di una comunità di recupero; il Geometra, un trafficante di case in esilio che era solito concludere affari con un fruttivendolo; poi via via tutti gli altri.
I: “Tutti gli altri naturalmente arrivarono grazie alle sue operazioni di mercato.”
U: “Certo, devo riconoscere che come direttore sportivo sono davvero bravo. Non a caso i tifosi mi hanno affibbiato il nomignolo di Uanmoggi.”
I: “Un’ultima domanda, le sue passioni. Come trascorre il tempo libero?”
U: “Non posso certo dimenticare il mio primo amore, la danza. Per favore non scriva ciò che sto per raccontarle, è una cosa intima che non tutti riuscirebbero a capire. Ogni sabato mattina, all’alba, mi alzo, indosso la mia vecchia calzamaglia nera, calzo gli scarpini con le punte in gesso, vado in garage, metto su un po’ di musica e mi metto a lavare la macchina, volteggiando e cantando come solo io so fare.”
I: “Tranquillo, non lo saprà nessuno….”
L’intervista termina qua. Uanlò mi saluta cordialmente, e con passo spedito si incammina lungo il viale alberato che conduce all’esterno della struttura sportiva di Canighello. Ripongo la penna e il taccuino nella borsa, sollevo lo sguardo e rimango a fissare quella figura che si allontana. Stupito, mi accorgo di provare le stesse sensazioni di quando, da bambino, restavo incantato a guardare le navi dirigersi verso l’orizzonte: pareva che andassero verso l’infinito.
Allo stesso modo ora guardo quell’ometto buffo che cammina con i piedi alle dieci e dieci dentro un paio di scarpe di legno, ma non è una nave. E’ Uanlò, colui che ha fondato la SAMA JCHNUSA, un monumento vivente del calcio mondiale. Ed io lo ho appena intervistato. Questa si che è una storia da raccontare ai nipotini.
Corro in redazione a scrivere l’articolo, non voglio scordare niente di questa fantastica esperienza.
Grazie Uanlò!
Appuntamento alla prossima, avvincente puntata di "Ritratto di un Campione": chi sarà il prossimo atleta rossoblù a finire nelle grinfie del nostro segreto Inviato Speciale?
although i don't understand Italian, anyway thx 4 ur compliment ^^
RispondiEliminaAzz...parli di uanlò...e mì li femmini cussì!
RispondiEliminaGrande diesse! azz, barò quant'è fea!!
complimenti veramente bravi
RispondiEliminatanto è un film già visto: s'incazzerà di brutto e non porterà i palloni per l'allenamento, stasera.
RispondiEliminaBellissima intervista,bellisssimo commento,è tutto vero....è o no un vero ds....???nonchè giocatore..???
RispondiEliminaGrazie all'inviato,ai compagni di squadra,alla dirigenza e al Mister Sbombaracchien.Però la danza è la danza....il mio primo amore....!!Chi vuole lezioni??Qualcosa ricordo ancora..!
RispondiEliminaStaserà Uanlò presenterà in sede la sua ultima coreografia
RispondiEliminaInviato sei gentile: adesso sappiamo qualcosa in più del nostro grande amico......
RispondiEliminama come scegli le tue vittime
rispondimi ....
Higuita, ho letto il tuo commento sul nostro blog, grazie. Pero' devi ammettere che i miei compagni di squadra son proprio stronzi eh :-) saluta tutti da parte della Planet Soccer.
RispondiEliminama non può essere lui quello della foto: uanlò ha la testa molto più grande
RispondiEliminaE'molto più carino dal vivo....
RispondiEliminapuru morthu non devì assì maru
RispondiEliminaUanlo' è stato gentile a farci sapere la sua vera passione.Infatti le gambe le ha proprio da ballerino...un pò meno cantante..?!
RispondiEliminama che dire dei passettini a disarcolare l'avversario nel gioco stretto.
RispondiEliminaE le lunghe falcate sulla fascia???
Vai Uanlò sei e sarai sempre un mito...
RispondiEliminae pensare che non era nessuno...oggi è veramente famoso.!
RispondiEliminacaro Uanlò sono sicura che il tuo sogno nel cassetto è cantare dal vivo in concerto in una grande metropoli
RispondiEliminaciao ciao
Grazie per questi attestati di stima che sto ricevendo.Che b..... che siete.!Per non dire dell'inviato...!
RispondiEliminaSto lavorando per organizzare il concerto con tanto di ballo.Siete tutti invitati,farò sapere la data e il luogo.Con l'occasione faremo una partita amichevole,tenetevi pronti compagni di squadra e rispettive consorti.
RispondiEliminae poi tutti in sede a mangiareeeeeeeeeeeeeeeeeeee
RispondiEliminaazzz...una partita fra "compagni di squadra" contro "rispettive consorti"?
RispondiEliminaHai ragione "anonimo",partita di calcio contro un'altra squadra...
RispondiEliminaNon sapevamo di queste doti del Uanlò...non è che nè ha delle altre??
RispondiEliminaHi everybody, Wow you Italian boys
RispondiEliminaare so.... sexy. I wish to see you boys running in those sexy shorts.Where do you play in Italy?
Can i be hosted if i come to visit?
I can bring a few of my girl friends so we can have a great time.
Kiss,
Jane Summers
uanlo io ci sto a cantare
RispondiEliminafacciamo un duetto tu sei minghi ed io miettta
trottolino amoroso du du la la
Ho letto nei vostri commenti che qualcuno si è spacciato per l'Inviato, e non è la prima volta. Tengo a precisare che l'Inviato è solo ed esclusivamente uno e non ama farsi pubblicità. D'ora in poi se e quando interverrò sul blog citerò qualcosa della puntata che verrà pubblicata successivamente, a prova della mia autenticità. Chi non fosse in grado di fare ciò, è pregato di astenersi dal millantare identità altrui.
RispondiEliminaLa prossima storia parlerà di NOMENTANA. Volete sapere chi è? Non perdete l'appuntamento della settimana ventura.
Con affetto, l'Inviato.
Quello vero.
Complimenti inviato.Chi è la straniera inglese???e pogu semmu internazionali...!!
RispondiEliminaUanlò sei un grande. Finalmente qualcuno riconosce i tuoi meriti. Se questa magnifica squadra esiste, è soprattutto grazie alla tua passione e al tuo impegno.
RispondiEliminaTi chiediamo solo un ultimo sforzo: per favore appendi le scarpette al chiodo.
Traduzione dall'inglese...alquanto dubbio: "Ciao a tutti...WOW, voi italiani siete così....sexy! Desidero vedervi correre, ragazzi, con quei pantaloncini corti così sexy! Dove giocate (in Italia)? Posso esser ospitata se dovessi venire in visita? Potrei portar con me un pò di mie amiche in modo da poter passare dei magnifici momenti.
RispondiEliminaBacio.
Gianna Estati"
Si attende la risposta di Arrogudottu......
Caro Inviato Speciale (quello che non si firma): chissà perchè ma ho la vaga impressione che in quel NOMENTANA ci sia qualcosa che mi riguardi. Ti ricordo che la Redazione passerà al vaglio ogni tuo articolo per evitare che il Gardasigilli intervenga a tutela della privacy!
RispondiEliminaMa le scarpette le aveva appese l'anno scorso...poi qualcuno lo ha convinto a schiodarle...e purtroppo sta andando benino!!
RispondiEliminanon si è mai visto un ballerino giocare a calcio!
RispondiEliminaNon sentitevi male,le appendo le scarpette di"calcio"al chiodo.Ma non quelle per la danza.!Quelle MAAIII.
RispondiEliminaal limite, di tanto in tanto, cambiale. per la salvaguardia dell'olfatto altrui
RispondiEliminaA volte balla anche scalzo...
RispondiElimina...per questo ha i piedi neri
RispondiEliminaNeri e con i calli...
RispondiEliminaMamma cantu é feu
RispondiEliminail ns.ds. è sempre il migliore!!!
RispondiEliminaDomani sarà in campo il ns.ballerino trasformato in giocatore di calcio???
RispondiElimina